Piergiorgio, il pilota trentino che salva la gente sull’Everest (montagne)

Piergiorgio, il pilota trentino che salva la gente sull’Everest (montagne)

24 maggio 2012 – Questa volta a costringerlo alla resa non sono state le condizioni atmosferiche. No, questa volta ha dovuto alzare bandiera bianca a causa del sovraffollamento della vetta più alta del mondo. Sembra una notizia-bufala, invece è tutto vero. L’alpinista bergamasco Simone Moro ha rinunciato definitivamente alla salita senza ossigeno della cima dell’Everest, nonché all’ambita traversata Everest-Lhotse proprio per l’eccessiva presenza di appassionati, come ha spiegato lo scalatore al sito montagna.tv: «Salire adesso è pazzesco. Ci sono troppe persone che in queste ore affollano la via normale di salita».

Moro avrebbe dovuto raggiungere il campo 3 al Colle sud, sulla via normale e tentare la vetta. Invece è rientrato al campo base. «Sarà un disastro – ha proseguito l’alpinista orobico – . C’erano 210 persone sulle corde fisse che salivano. Impossibile superare, erano lentissimi. È impossibile per me tentare la scalata senza ossigeno, con quella fila impressionante prevedo incidenti. Ho visto gente totalmente impreparata, che non sa mettere il Jumar nelle corde fisse e ad ogni modo chiamava lo sherpa per farselo togliere e rimettere a monte. Mi dispiace molto. Stavo benissimo, niente mal di testa, ma avere 210 persone davanti o sotto quando scendi è un suicidio. Significa stare fermo per delle ore e congelamenti assicurati. Sembrano tutti impazziti per l’Everest, ma il livello è spesso vergognoso. La mia comunque non vuole essere una lamentela. L’Everest è di tutti e quella gente paga e crea business in Nepal, ma la traversata dovrò tentarla in autunno o in un altro momento. Adesso è pazzesco. Ci sono morti ovunque». Moro stava salendo insieme ai fratelli altoatesini Hans Peter e Helmut Karbon, che volevano filmare la scalata. Secondo i programmi avrebbero dovuto arrivare in vetta oggi, poi avrebbero cercato di recuperare il corpo di un’alpinista morta in quota e se fossero rimaste le forze, Moro avrebbe tentato la traversata Everest-Lhotse. Ora l’alpinista bergamasco dovrà aspettare la primavera. Il sogno rimane quindi nel cassetto, «rimandato a tempi migliori».

 

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