Impianti sci abbandonati, il lato oscuro del turismo invernale

Impianti sci abbandonati, il lato oscuro del turismo invernale

VILLA MINOZZO Legambiente lo definisce «il lato nascosto del turismo invernale in Appennino» ovvero impianti e attrezzatture abbandonate che deturpano ambienti naturali di grande bellezza e delicati dal punto di vista del patrimonio faunistico e arboreo. «Seguendo le indicazioni che ci giungevano da più parti – dice Massimo Becchi, presidente provinciale di Legambiente – abbiamo fatto con alcune guardie ecologiche una prima escursione». E il quadro è desolante: per fallimenti o dismissioni ci sono interi impianti di risalita (skilift) completamente abbandonati, «una pesante eredità – prosegue Becchi – che rischiamo di lasciare alle future generazioni».

La situazione in località La Romita a Civago è quella più preoccupante, con due impianti di risalita, che dall’albergo in disuso salgono sulle pendici del Monte Giovarello, impianti dismessi da diversi anni, vista la vegetazione che è ricresciuta sulle piste da sci e sotto i piloni delle risalite. La situazione del Ventasso è meno drammatica, ma certamente sconfortante: anche qui sono presenti due impianti di risalita sciistici in evidente stato di abbandono (la vegetazione si è già ripresa il suo spazio), testimoniato dall’incuria in cui versano (tralicci e funi laddove presenti) e i macchinari per il funzionamento degli stessi. Nell’impianto a fianco del Lago Calamone si notano invece i tralicci e le strutture in muratura di sostegno dei macchinari anch’esse in stato di evidente dismissione.

Il sopralluogo compiuto nei giorni scorsi, promette Legambiente, non resterà isolato, visto che in altre località del nostro appennino la situazione non è migliore. Il video con le riprese degli impianti è visibile sul sito www.legambientereggioemilia.it

 

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